Il tema delle energie rinnovabili è al centro delle attenzioni negli ultimi mesi.
Una delle declinazioni possibili è quella dell’agrivoltaico, vale a dire la produzione di energia elettrica mediante moduli fotovoltaici installati in maniera tale da consentire il proseguimento delle attività agricole di coltivazione del suolo nei medesimi spazi.
In questo ambito, quindi, il terreno risulta avere un ruolo ambivalente: da un lato continua ad essere suolo fertile per le produzioni agricole, dall’altro fornisce anche lo spazio per l’installazione di moduli fotovoltaici.
La condizione è quella di riuscire a realizzare un impianto di produzione di energia elettrica da fonti fotovoltaiche che operi in simbiosi, e non in sostituzione, con l’attività agricola svolgibile nel suolo sottostante.
Un tema d’avanguardia, con soluzioni innovative che, come sempre, fanno emergere interessanti quesiti. Tra questi, la domanda relativa a come gestire la tassazione di un impianto agrivoltaico.
In aiuto interviene la Risposta 61/2025 dell’Agenzia delle Entrate, la quale, dopo un excursus circa la tassazione della produzione di energia elettrica in connessione con l’attività agricola, chiarisce come i criteri da utilizzare per determinare la connessione dell’attività di produzione di energia elettrica mediante impianto agrivoltaico a quella principale agricola siano i medesimi utilizzabili per i normali impianti fotovoltaici a terra. Allo stesso modo, pertanto, le franchigie applicabili per l’agrivoltaico risultano confermate come quelle dei classici impianti fotovoltaici.
Da questo quadro generale, dunque, emerge come l’impianto agrivoltaico, ove applicabile, risulta un concetto da una parte estremamente innovativo, che mira a coniugare produzione agricola ed energetica senza sottrarre suolo all’attività di produzione primaria e, dall’altra, tassabile con meccanismi già noti ed applicati agli impianti fotovoltaici che più tradizionalmente conosciamo.
Studio Agro-tecnico AGRIEURO
di Pasero Agr. Angelo
www.studioagrieuro.it